Non sempre le grandi collezioni private vengono mostrate a occhi di studiosi e ricercatori. A volte in piccole o grandi collezioni ci sono proprietà d’arte di notevole valore sia economico che storico-culturale come i portali Liberty di villa Ercolessi prodotti dalla ‘’Molaroni’’ a Pesaro. Ceramiche salvate da un collezionista prima che andassero tra le ceneri dell’Hotel Metropol, andato demolito intorno al 1968. Nel catalogo ufficiale del 1911: ‘’Ceramiche artistiche’’ della fabbrica Molaroni, nella tavola XLVIII, elemento n. 414, si trova una riproduzione fotografica di uno dei due portali. Questi due unici esemplari prodotti dalla fabbrica sono conservati presso la villa Picozzi Benoffi a Trebbiantico.
La fabbrica Molaroni fondata da Vincenzo (1859-1912) è ancora attiva. La prestigiosa manifattura della fabbrica pesarese si distinse fin dagli inizi per l’elevata qualità artistica della ripresa di motivi rinascimentali, soprattutto per le raffaellesche e gli istoriati urbani. Accanto a questo fervore storico, nel passaggio del secolo, la fornace contribuì con accenti propri alla sfolgorante stagione Liberty in Italia, elaborando un originale e suadente campionario dei modelli in stile floreale.
I due portali si differenziano per i soggetti dipinti sulla cimasa del portale. Nel primo portale vi è illustrata, nel cartiglio, una scena ambientata in una sponda del fiume. Sulla sinistra vi sono due donne che riposano a torso nudo, una sdraiata con le mani dietro la testa e lo sguardo rivolto al fruitore, mentre la seconda, posta in primo piano è semialzata e ha lo sguardo rivolto all’altra sponda del fiume, come se ci fosse un terzo soggetto nell’illustrazione. Lo stile assomiglia a quello di Mucha.
Nel cartiglio del secondo portale troviamo una scena allegorica collocata in un paesaggio campestre nel cui sfondo si vedono dei monti, tra cui è presumibile che quello di destra sia la cima di San Marino. Nell’illustrazione vi sono raffigurate due donne sulla sinistra e anche due angeli sulla destra.
Le due donne sono in primo piano e hanno lo sguardo rivolto all’angelo nudo, seduto a fianco del secondo che suona il mandolino. Il paesaggio è composto da pini e alloro. In entrambi i portali si riconosce che il tempo di scena è il tramonto.