Una finestra sull’altra Riccione. In memoria del drammaturgo italiano Diego Fabbri (Forlì 2 luglio 1911– Riccione 14 agosto 1980) che è stato uno degli ospiti d’élite nella Perla Verde insieme all’ex sindaco di Roma, Ernesto Nathan, e il celebre attore Totò che aveva casa a pochi passi dal villino del forlivese.
Riccione ormai da più di un secolo è meta di vacanza di tante famiglie e anche di personaggi famosi nel cinema, teatro, letteratura, scultura a architettura, come è un fatto certo che la zona Abissinia sia stata sempre la più amata dal villeggiante, oltre che per il mare, per la folta vegetazione e tanta quiete.
Tra questi vi è stata anche la figura del commediografo Diego Fabbri, che acquistò un villino a Riccione dopo averci soggiornato come affittuario, più precisamente una villetta in viale Fratelli Bandiera al civico19, oggi residenza estiva degli eredi.
Si fa quasi fatica a notare il villino, perché immerso tra di pini e fiori, già entrando dal cancelletto si percorre un piccolo tunnel ricoperto di edera che conduce a un prato fiorito centrale rispetto ai due passaggi con ghiaino. La villa, di 200 mq circa, dei primi del Novecento, fu costruita per il forestiero Marengo Attilio, che nel 1957 venderà a Diego Fabbri come riportato sull’atto di vendita conservato dagli eredi.
Attualmente l’edificio è in discreto stato di conservazione. L’intonaco esterno non reca particolari danni. La villa è rimasta architettonicamente come all’ora, il cancelletto e il cancello d’ingresso assieme alla recinzione sono originari dell’epoca. Gli accessi sono in ferro battuto con decorazioni anni ’20. Lo stesso motivo decorativo dei cancelli si ritrova nel villino ad angolo tra viale Cesare Battisti e viale Filzi, sulla sinistra, se attraversiamo il sottopasso della ferrovia.
Si presume che l’architetto per le finestre a sesto acuto, che ritroviamo solo nella facciata lato viale Bandiera, si sia ispirato a due ville: quella del custode della residenza del Conte Giacinto Martinelli Soleri (dove oggi vi è Grand Hotel di Riccione, in attuale fase di ristrutturazione) e la villa lungo l’ex viale Martinelli Ancilotti, oggi viale Gramsci, che ritroviamo spesso nelle cartoline panoramiche e dei villini all’Abissinia. Addirittura si potrebbe pensare che si sia trattato dello stesso architetto.
Nei primi ‘900 nel tratto del viale Gramsci vi erano diverse ville Liberty molto importanti che purtroppo ritroviamo solo in cartolina. Tra queste vi era una villa trasformata successivamente nell’Hotel Select ad incrocio tra i viali Fratelli Bandiera e viale Gramsci 89, di fronte al piazzale che nel 1982 il comune dedicò alla memoria di Diego Fabbri.
Il villino merita una nota, perché come raccontano gli attuali proprietari dell’hotel, la dimora inizialmente era una tra le più decorate della zona. I proprietari durante la ristrutturazione dell’hotel hanno persino trovato un grande capitello molto decorato, sprofondato nel terreno durante la demolizione del villino.
Per tornare a villa Fabbri, va ricordato che durante il passaggio del fronte, venne colpita da una bomba e qui si spiega perché ci sono finestre rettangolari sugli altri lati della casa.
Nel corso del tempo, durante una ristrutturazione negli anni Sessantacinque circa, il villino venne rialzato al piano terra per questioni tecniche legate all’umidità, infatti troviamo delle bocchette nelle parti inferiori dei muri.
Il drammaturgo soggiornò in villa le estati, quando si trasferiva a Riccione dalla casa di Roma (Aventino, via Santa Prisca). Nella residenza estiva, più precisamente nel terrazzino del primo piano, concludeva le sue opere. Come possiamo trovare presso l’archivio ‘’Diego Fabbri’’ a Forlì, ci sono diversi scritti che iniziavano con ‘’Roma 19…’’ e si concludevano con ‘’Riccione 19…’’. Tra questi l’erede ricorda in particolare alcune opere teatrali concluse in villa, come ‘’La Bugiarda’’ del ’56 o la sceneggiatura di ‘’Vita di Michelangelo’’, ecc. …
Nel 1978 e nel 1979 ha fatto parte della giuria del premio Riccione Teatro e nel 1947 ha vinto il primo premio come partecipante con l’opera “Inquisizione”. Sempre in quegli anni anche l’eclettico artista Mario Mirko Vucetich partecipò. Lo testimonia il libro di poesie “Temeraria viltà” che in una copia della mia collezione si legge una dedica che l’autore eseguì a Riccione nelle giornate del Premio.
Nel 1981 è stato tenuto 1° convegno dedicato a Diego Fabbri presso l’Hotel De La Ville – coordinatore Claudio Marabini, giornalista.