Negli ultimi anni abbiamo assistito in Italia ad un vero e proprio boom di installazioni di impianti fotovoltaici. Questa tendenza, favorita anche da provvedimenti come la Riforma del Condominio (Legge 220/2012), che andremo ad approfondire di seguito, è il segno eloquente di una duplice presa di coscienza: il dovere di attivarsi concretamente per accelerare la cosiddetta transizione energetica in un contesto dove tali pratiche si stanno facendo più urgenti che mai, e la necessità di ammortizzare le spese dovute ai rincari delle bollette.
Portiamo adesso il discorso negli spazi e soprattutto sui tetti dei condomini, dove sono due le soluzioni adottabili per attuare, come singoli e/o come parte di una piccola comunità, questo vantaggioso passo verso la riduzione dell’impronta di carbonio e lo sfruttamento di risorse energetiche pulite come quella solare: l’installazione di un impianto fotovoltaico a uso centralizzato e a uso proprio.
Cosa s’intende per impianto a uso centralizzato?
Prima di conoscere la differenza tra le due tipologie di fotovoltaici, vediamo quali sono i principali aspetti che li accomunano: abbiamo detto il risparmio in bolletta, che con un impianto fotovoltaico con accumulo può arrivare addirittura al 90% grazie all’autoconsumo, ma anche la vantaggiosità dell’investimento, recuperabile in 3-5 anni.
Veniamo ora alla prima tipologia di impianto fotovoltaico: nel centralizzato, l’installazione può dare beneficio al condominio nella sua interezza, rendendo l’energia accumulata secondo questa modalità utilizzabile per le zone comuni, i cancelli, gli ascensori, senza dipendere dal Gestore dei Servizi Energetici, ed eventuali surplus vendibili alla rete con il cosiddetto Scambio sul Posto. Va da sé che questo comporti una riduzione delle spese comuni; tuttavia, è importante sottolineare come questo tipo di soluzione interessi tutti i condòmini che, in sede di assemblea, accettino di sostenere la spesa. Questo può avvenire esclusivamente se almeno la metà di essi accetta la proposta. Dal momento in cui si avviano i lavori di installazione dell’impianto fotovoltaico centralizzato, solo i condòmini favorevoli dovranno a farsi carico delle spese e potranno beneficiare dei vantaggi e delle agevolazioni, come delle detrazioni fiscali offerte dallo Stato per incentivare le energie rinnovabili.
Il fotovoltaico a uso proprio
Cosa fare se si desidera installare un impianto fotovoltaico a uso proprio in un condominio, magari perché non si è raggiunta la maggioranza di persone interessate ad investire in un impianto centralizzato? La risposta va ricercata nella Riforma del Condominio di cui si faceva cenno prima, grazie alla quale i singoli hanno la facoltà di installare questo tipo di impianto sulle loro proprietà oppure su una parte comune del condominio. La principale condizione a cui bisogna attenersi è una sola: che l’impianto fotovoltaico a uso proprio avvenga “nel rispetto della destinazione delle cose comuni, della tutela del diritto d’uso di ciascun condomino, del minor pregiudizio per le parti condominiali o individuali, della salvaguardia della stabilità, della sicurezza e del decoro architettonico dell’edificio”.
Ad ogni modo, se l’installazione avviene nella proprietà del singolo è sufficiente darne comunicazione preventiva al Comune, mentre se avviene in uno spazio comune bisogna comunicarlo all’amministratore condominiale, richiedere il parere dei condòmini in sede di assemblea e valutarne la fattibilità in conformità con gli articoli 1120 e 1102 del Codice Civile.
È interessate evidenziare, a questo riguardo, che l’assemblea può offrire il proprio punto di vista su come e dove installare tale impianto, ma non può negare, se le condizioni di cui sopra sono rispettate, la realizzazione del sistema.
E se ancora avete dei dubbi o delle curiosità in materia di impianti fotovoltaici in condominio, da quelle di carattere più generale alle più tecnico-economiche, vi rimandiamo al sito del GSE, dove un apposito servizio risponderà a tutte le vostre domande.