Entrando nel Castello di Pieve Porto Morone, noto anche come Palazzo Capelli, la prima sensazione che si prova è quella di essere catapultati in un’altra epoca. I granelli di polvere che coprono il pavimento sono i segni di un vissuto che ha lasciato la sua impronta in ogni angolo di questo luogo magico.
Esplorando il castello mi sono trovato di fronte a un vero tesoro, gelosamente conservato dalla famiglia che lo ha ereditato. Mi sono perso tra le leggende che aleggiano nelle sue sale, tra le storie e gli avvenimenti passati che sono stati tramandati di generazione in generazione. Ma è stato solo grazie alle parole di Gian Luca Capelli, l’attuale proprietario, che la lunga storia dell’edificio ha preso vita.
Gian Luca mi ha guidato in un viaggio nel tempo, mostrandomi ogni angolo del castello e raccontandomi la storia di ogni stanza. Mi ha fatto immaginare le domestiche che servivano il tè e le note dell’antico pianoforte che echeggiavano in tutta la dimora; mi ha incantato illustrandomi la saggezza secolare custodita nell’antica libreria.
Non si può non farsi rapire dalla bellezza di questo luogo così antico eppure ancora così vivo: ci sono così tante camere in questo castello! E ognuna racconta di personaggi illustri. Dal Presidente della Repubblica che qui trascorreva le sue vacanze, a Fausto Coppi e al suo amore per le battute di caccia. E poi c’è anche la sala dove la famiglia degustava con il Signor Davide Campari il suo celebre bitter.
Ma è al secondo piano che si trova la stanza regina del castello: la “camera dell’amore”. Non so se il nome sia stato dato per via del bellissimo dipinto che qui troneggia, o per via delle mille storie che circolano su di essa. Ma una cosa è certa: la stanza è un po’ maliziosa e certamente ha visto più di una coppia distendersi sul letto … unica posizione da cui è possibile ammirare il quadro per intero!