Un’interior designer di origini italiane va a New York e crea per un cliente, anch’esso italiano, il concept di un ristorante messicano. Confusi dal riassunto? Eppure è questo, in a nutshell, quanto Deborah Mariotti, fondatrice del Mariotti Studio di New York, ha realizzato insieme ai suoi collaboratori: il nome del progetto è Puya – Tacos de Puebla e la sua prima location ha appena aperto nel cuore di Manhattan, in uno spazio del celebre Rockefeller Center Concourse.
Puya – Tacos de Puebla: le sensazioni di una riunione di famiglia
Multiculturale nelle premesse e messicano nell’essenza, il progetto realizzato per Realmuto Hospitality Group prende ispirazione dalla vivace intimità della cucina tradizionale e del cortile di una tipica famiglia messicana e le trasforma in salsa più contemporanea: tra tutti, le pareti rifinite con una texture di stucco grezzo (Meoded/Decorative Paint/Marmorino Palladino), in modo da replicare l’aspetto dei muri esterni, la massiccia cappa con finitura in stucco e gli archi che richiamano quelli propri delle case del Paese, sono forse gli elementi che maggiormente sintetizzano questo processo.
Anche le splendide piastrelle decorative dipinte a mano e in ceramica sono parte di questo processo di trasformazione. Sebbene rispettino in parte la tradizione nell’aspetto, nelle cromie e nelle modalità di realizzazione, si è scelto di adoperarle in maniera innovativa: non per decorare solo i bordi, ma poste in modo ripetitivo, sul bancone e sul pavimento, per donare un senso di novità, struttura e ordine al locale.
Puya, insomma, è il prodotto finale di un obiettivo molto chiaro: trasformare il pranzo in taqueria nella più festosa delle grandi riunioni familiari messicane.
Non solo colori e materiali: il ruolo della luce
Oltre ad un ragionato impiego di materiali e colori in grado di rievocare, nella contemporaneità di una taqueria newyorkese, l’atmosfera di un ambiente domestico tradizionale della cultura messicana, ad ottimizzare e amplificare la riuscita di questo intento è stato un ultimo elemento: l’illuminazione.
Ecco dunque che la disposizione di luci calde focalizzate in modo non uniforme sulle pareti e il pavimento si fa veicolo di quell’intimità intrisa di gioia, condivisione e familiarità che tanto si è cercato di ricreare. Coerentemente con il resto del progetto, nemmeno le luci sono state immuni ad un tocco d’innovazione al servizio del passato: accostate alle finiture più tradizionali di Puya, troviamo le luci contemporanee firmate Louis Poulsen.