Roma, piazza dei Navigatori: è proprio qui, alla confluenza tra via Cristoforo Colombo e via delle Sette Chiese, che si attuerà il progetto Fo.Ro. Living, un nuovo concept di architettura residenziale firmato dall’architetto Mario Cucinella che riprenderà i filari di pini marittimi e gli elementi naturali fortemente connotanti dell’area e li trasformerà in una mastodontica “foresta abitata” che sia amica dell’ambiente nell’apparenza e nella sostanza. Vediamo nel dettaglio come si configurerà il nuovo complesso immobiliare.
Una foresta nella giungla urbana
Una delle premesse da cui parte Fo.Ro. Living è quella di distaccarsi dalla pesante monoliticità dei numerosi palazzi attigui e di integrarsi quanto più possibile con le peculiarità che la natura del luogo offre. Ecco spiegati i giochi di convessità dei profili, le tensioni cromatiche, le diverse altezze, i volumi sempre più frammentati man mano che si sale che, insieme, andranno a conferire al complesso a prevalente uso residenziale l’aspetto di una foresta. Mentre la componente commericale e direzionale ed i tre piani interrati di parcheggi e impianti all’interno di Fo.Ro Living riporteranno alla realtà residenti e avventori, elementi come il sistema di balconi curvilinei via via più aggettanti e le “zolle” artificiali a quote diverse dei primi due livelli renderanno l’illusione di trovarsi immersi nella natura sempre più forte.

Fo.Ro Living e le strategie per non impattare sull’ambiente
L’attenzione nei confronti del verde, a partire dalle grandi vasche sui terrazzi che offrono un affaccio su un panorama che si estende a 360 gradi, è solo il primo degli accorgimenti nei confronti della sostenibilità del complesso: ad esso vanno aggiunti sistemi di raccolta delle acque meteoriche, un impianto fotovoltaico, l’involucro performante che minimizza la dispersione termica tra interno ed esterno. Per finire, lo sfruttamento della permeabilità dei venti, dell’illuminazione naturale, e l’utilizzo ove possibile di sistemi costruttivi a secco, in accordo con quella visione secondo cui gli edifici contemporanei, per non gravare sul patrimonio edilizio, dovrebbero essere almeno parzialmente smontabili e riadattabili.