Visitai per la prima volta Villa Fogazzaro-Roi a Oria Valsolda (CO) nell’ormai lontanissimo 1977, nel pieno di quelli che sono passati alla Storia come “anni di piombo”, ricavandone una inusitata sensazione di pace e tranquillità, lontana, ben lontana dalla violenza e dal sangue che contraddistinsero quegli anni definiti dall’Amico Sergio Zavoli “La notte della Repubblica”.
“Esistono luoghi che sembrano rimasti fermi nel loro tempo…”
Ha ragione il FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano quando scrive che “esistono luoghi che sembrano rimasti fermi nel loro tempo, impermeabili al succedersi dei secoli e alle trasformazioni del territorio”.
Sì, è proprio cosi a Oria, un piccolo borgo sulle rive comasche del Lago di Lugano, dove il ritmo sembra essere ancora quello ottocentesco che qui scandì buona parte della vita di Antonio Fogazzaro.
Piccolo mondo antico
Lo scrittore trascorse lunghi periodi nella Villa che oggi porta il suo nome e che gli fornì l’ispirazione per comporre e ambientare Piccolo mondo antico, il suo romanzo più conosciuto, pubblicato nel 1896.
La stessa atmosfera intima e domestica che fa da cornice alla vicenda di Franco e Luisa Maironi è giunta inalterata fino a noi grazie al marchese Giuseppe Roi. Pronipote dello scrittore, che a metà Novecento rinnovò e riallestì con gusto ogni ambiente prima di lasciare la casa al FAI perché alla sua morte non venisse snaturata.
La suggestione letteraria aleggia nella villa
Ed è così che la suggestione letteraria aleggia ancora ovunque, dallo studio con i ricordi personali dello scrittore alla biblioteca, dal salone alla sala da pranzo, alla galleria affrescata fino alla darsena privata dove nel libro si consumò la tragica morte della piccola Ombretta.
Il tutto è reso più scenografico da un incantevole giardino pensile che si affaccia su un panorama del Ceresio rimasto in buona parte selvatico, con il profumo intenso dell’olea fragrans che “diceva in un angolo la potenza delle cose gentili”.
Pressoché inalterata dai tempi di Fogazzaro, la Villa è un viaggio a due binari in un piccolo mondo borghese di fine Ottocento, ambientato in un recondito angolo di Lombardia tanto amato da uno dei grandi protagonisti della nostra letteratura.
Lo storico edificio sul lago di Porlezza è stato lasciato in eredità al FAI dal pronipote di Fogazzaro, Giuseppe Roi, per gli Amici Bozo, nel 2009. Molte le suggestioni di questa dimora, in cui lo scrittore vicentino trascorse lunghi periodi della sua vita e i cui raccolti ambienti rievocano tuttora le descrizioni presenti in Piccolo Mondo Antico, il celebre romanzo pubblicato nel 1896.
Casa letteraria, dunque, che rappresenta per Fogazzaro un rifugio quieto e appartato, affacciato sulle acque del lago e immerso nel verde della Valsolda. L’edificio è realizzato su una preesistente costruzione risalente al XVI secolo e presenta tuttora l’originario giardino coevo su tre terrazzamenti – di cui uno pensile – nel quale sono ancora visibili piante di olea fragrans e di ficus repens che avvolge i muretti e le balaustre, corrispondenti alle descrizioni del luogo illustrate da Antonio Fogazzaro.
Il giardinetto pensile
”Il giardinetto pensile fu trasformato a immagine e similitudine di Franco. Un’olea fragans vi diceva in un angolo la potenza delle cose gentili sul caldo impetuoso spirito del poeta; un cipressino poco accetto a Luisa vi diceva in un altro angolo la sua religiosità; un piccolo parapetto a traforo, fra il cipresso e l’olea, con due righe di tufi in testa che contenevano un ridente popolo di verbene, petunie e portulache, accennava alla ingegnosità singolare dell’autore; le molte rose sparse dappertutto parlavano del suo affetto alla bellezza classica; il ficus repens che vestiva le muraglie verso il lago, i due aranci nel mezzo dei due ripiani, un vigoroso, lucido carrubo rivelavano un temperamento freddoloso, una fantasia volta sempre al mezzogiorno, insensibile al fascino del nord.” (A. Fogazzaro, Piccolo Mondo Antico)
La villa diventa set per il film del 1941 di Mario Soldati
Nel 1941 il giardino della Villa e il Salone divennero alcuni dei set del film Piccolo Mondo Antico, di Mario Soldati, tratto, con qualche modifica, dall’omonimo successo fogazzariano.
Eppure, anche un luogo di pace e serenità come Villa Fogazzaro-Roi cela un dramma profondo, una ferita mai rimarginatasi nel cuore di Antonio Fogazzaro: la morte del giovane figlio Mariano.
La morte di Mariano, il figlio di Fogazzaro
Fu proprio nella casa di Oria che Antonio Fogazzaro ambientò e terminò di scrivere il suo più celebre romanzo Piccolo mondo antico, come ricorda una nota da lui scritta sul legno vivo del cassetto del suo scrittoio: ”Finito nel pianto il Piccolo mondo antico l’11 agosto 1895”; e che segue sempre scritto a mano ma a caratteri cubitali quello straziante grido paterno che ogni volta che leggo mi strazia il cuore e mi annebbia la vista: ”Mariano, Mariano, Mariano mio, fuori da ogni vanità, da ogni passione, raccolgo il mio cuore in Dio e in te”.
Ecco, a questi ricordi, a questi affetti eterni, mi riporta ogni volta la Villa Fogazzaro-Roi di Oria Valsolda, che si specchia nelle acque immobili del Lago di Lugano, dove annegò Ombretta: “Ombretta sdegnosa del Mississipi, non far la ritrosa e baciami qui”.