L’EDITORIALE DEL LUNEDI’

Una scena da idillio. Il compratore inizia a fantasticare dalle foto viste nel sito. Mi chiama e con urgenza mi chiede di conoscere al più presto la casa che sente già essere “sua”. Varca la soglia ma è solo un “pro forma”: tutto è come si era immaginato. Nemmeno alcune criticità evidenti riescono a demolire il suo entusiasmo.

Il sottotetto dove si trovano le camere è agibile ma non abitabile? “Non importa, tanto anch’io lo userò così”. Il bagno ricavato in camera non scarica bene? “Non importa! Tanto non lo useremo molto”

C’è poco da fare, anche in una compravendita immobiliare l’amore è cieco! Ma è proprio in questi casi che il mio personale campanello d’allarme inizia a emettere un segnale di pericolo.

Cosa succederà quando, passata l’infatuazione, i difetti della casa avranno la meglio sui pregi? 

Il modo più efficace per tutelarsi da eventuali ripensamenti da parte dell’acquirente o per specificare che l’acquirente è consapevole dei vizi e che, ciò nonostante, accetta il bene nello stato in cui si trova, è ancora una volta quello di far inserire fin dalla proposta d’acquisto la clausola del “vista e piaciuta”.

Tuttavia occorre fare attenzione, perché il discorso cambia completamente (e anche un accordo del genere non ha più valore) se il venditore ha taciuto dolosamente alcuni vizi della casa. Circostanza non rara, specie nelle compravendite tra privati. In questo caso, la parte acquirente potrà inviare una contestazione scritta al venditore, la cosiddetta “denuncia dei vizi”, in cui indicherà i difetti dell’abitazione. Fatto ciò, entro massimo un anno dalla consegna dell’immobile, sarà possibile intraprendere un’azione giudiziaria nei confronti della parte venditrice.

Ma per favore non date la colpa a noi agenti immobiliari … se vi passa l’entusiasmo!

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