L’EDITORIALE DEL LUNEDI’

Un tema spinoso…ne sono consapevole. Ma talmente frequente che merita di essere trattato. Non immaginate quante volte mi sia capitato che, a seguito di una sentenza di separazione, vedendo assegnare all’ex coniuge la propria casa, il padre decida di disfarsene immediatamente. Magari con la speranza di fare uno sgarbo alla coniuge, vista come “approfittatrice”.

Ora, nel caso in cui una coppia sia senza figli o se gli stessi non siano minorenni (per raggiungimento dell’indipendenza economica o per essere andati a vivere altrove), il problema non si pone e la casa resta al legittimo proprietario. La questione tocca, invece, i tanti casi in cui il giudice assegna la casa coniugale alla madre, collocataria di figli minori, anche quando l’immobile è di proprietà dell’ex marito. Che cosa succede? Di fatto, l’uomo fa le valigie e se ne va; ma dal punto di vista legale mantiene il diritto di proprietà sul proprio bene. Questo gli garantisce la libertà di venderlo a terzi, anche se l’acquirente non potrà entrare nella casa acquistata fino alla durata del provvedimento di assegnazione, emesso dal giudice. Il coniuge assegnatario, infatti, è colui che detiene il diritto di usufrutto dell’immobile, pur non essendo il proprietario della casa.

Ma attenzione!

Se il provvedimento con cui il giudice assegna la casa all’ex moglie è stato trascritto, allora questo prevale sulla compravendita. Ma se il provvedimento non è stato trascritto, allora lo stesso è opponibile al terzo acquirente. Certo, l’iter è lungo e la risoluzione poco certa. Ma quello che vorrei sottolineare, e che non tutti sanno, è che la vendita di una casa coniugale dopo la separazione, è sì possibile ma sempre estremamente complessa. È necessario trovare un acquirente disposto ad attendere che l’immobile si liberi dall’usufrutto del coniuge rimanente e, per questo, ci so trova anche vendere casa a un prezzo più basso del suo valore reale.

Per andare in contro a tutte le esigenze ed evitare spiacevoli situazioni in un momento già difficile di per sé, la soluzione possibile sarebbe quella di vendere la casa coniugale prima della separazione e di imporre all’acquirente, per contratto, l’usufrutto alla futura ex moglie dietro il pagamento di un canone d’affitto. Una strada ugualmente tortuosa ma, in realtà, praticabile.

Condividi questo articolo:

DImora magazine consiglia
Utilizzando questo sito, accetti l’uso di cookie tecnici (anche di terze parti) per migliorare la tua navigazione. Per approfondire clicca qui.