L’EDITORIALE DEL LUNEDI’

Scorrendo l’ABC del “cosa fare” per vendere casa, tra le prime voci in capitolo troviamo la documentazione dell’immobile, considerata necessaria e obbligatoria. Quindi, chi si cimenta nel “fai da te” della vendita immobiliare, la prima difficoltà che incontra è quella di procurarsi da subito l’atto di provenienza, la visura e la planimetria catastali, il titolo edificatorio abilitativo, la certificazione energetica e altri documenti ancora, riguardanti la sua casa. Una mole burocratica che solitamente spaventa l’inesperto venditore e gli fa sentire l’urgenza di trovare un agente immobiliare.

Ed è qui che, normalmente, entro in gioco io. 

Ma, attenzione! Non per aiutarlo a dipanarsi tra certificazioni e titoli, bensì per iniziare a vendere la casa, anche senza documenti. “Lei inizi pure a mettere in vendita la mia casa…” come se l’agente immobiliare, professionista della compravendita, non avesse anche lui necessità di avere in mano la stessa documentazione. Il solito pregiudizio nei confronti della mia professione fa guardare all’intermediario non tanto come a una figura di riferimento nell’adempimento di tutte le pratiche necessarie e obbligatorie, ma piuttosto come a qualcuno che conosce la “scappatoia” giusta per vendere un immobile, anche in presenza di difformità catastali o urbanistiche. 

 “Non si preoccupi, lei cominci a pubblicizzare e a far vedere la mia casa. Io nel frattempo registro al catasto un bagno che ho fatto ricavare un po’ di tempo fa”. E io mi ritrovo con un incarico in mano, che in questi casi è pure quasi sempre verbale, a cercare un acquirente per un immobile “irregolare”. Peccato che le normative cambiano nel tempo, per lo più in senso restrittivo, e non sempre la sanatoria è ancora possibile. Ma non è tutto.

“Lei trovi il compratore, vedrà che ci accordiamo, l’irregolarità la metterà a posto lui”. Ora, è vero che nessuna normativa vieta la vendita di una casa con abuso edilizio, purché comunicata al compratore e messa nero su bianco sia nel compromesso ovvero il contratto preliminare, sia nel rogito ovvero il contratto conclusivo. Ciò che va detto, però, è che raramente trattative di questo genere procedono con serenità e hanno il lieto fine nell’atto notarile. A meno che, anche in questo caso, non intervengano le capacità risolutive di un bravo agente immobiliare. 

Uno spreco di tempo, di energie e di soldi, che si potrebbe tranquillamente evitare, partendo col piede giusto.

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