Via col vento di Margareth Mitchell, del 1936, non è solo un libro epico, è un kolossal che nel 1940 vince ben dieci statuette dell’Oscar, entrando nella storia dei film più applauditi di sempre. La protagonista Rossella, bella quanto capricciosa, vede la sua vita sgretolarsi durante la guerra di secessione americana, insieme al rifiuto di Ashley di amarla, preferendo a lei Melania.
Dopo inutili sofferenze, capisce troppo tardi che è Rhett il suo uomo, ma questi la lascia al suo destino. Mentre la casa di Rossella O’Hara, la celebre Tara è frutto di un set, Twelve Oaks edificata nel 1936, a 30 Km da Atlanta, in Georgia, nel 1939 diventa teatro di Via col vento, come tenuta del romantico e malinconico Ashley Wilkes.
Via col vento, tra il libro di Margareth Mitchell e il kolossal di Victor Fleming
In un parco di 1.200 ettari tra gli alberi secolari, spiccano le dodici querce che danno il nome a una proprietà di quasi mille metri quadrati, dal sontuoso stile georgiano, con il tipico portico puntellato da bianche colonne neoclassiche, che racchiudono una raffinata zona panoramica.
La dimora si eleva su due piani, più un terzo con le mansarde.
Già il vasto ingresso, che spalanca il salone delle feste, denota il lusso di spazi ampi e ricchi, dove tutto è raffinato. I pavimenti in marmo, le boiserie in legno, gli sfaccettati lampadari in cristallo, i morbidi tappeti, e le drappeggiate tende in broccato e velluto, che una determinata Rossella, strappa per cucire un abito per ammaliare il ricco e appetibile scapolo Rhett, nascondendo la difficile vita che conduce, mentre gli uomini sono al fronte, ed il benessere antico è svanito.
L’importante camera padronale, sita al primo piano, è un appartamento privato. Da un lato il possente letto in noce intarsiato, sormontato dall’alta testiera, con ai piedi due comode poltrone in cuoio. Di fronte, una lunga parete spezzata da un focolare, ed una libreria a muro.
La biblioteca
La biblioteca è testimone di una delle scene cult del libro, resa indimenticabile nel film da Vivien Leigh, che interpreta Rossella, e da Clark Gable, che veste i panni di Rhett.
Un’intrepida Rossella, in un’epoca in cui sfiorare un uomo era pura eresia, attira nel confortevole studio, un timido e sprovveduto Ashley. Complice una soffusa penombra, rischiarata solo dalle fiamme di un camino rivestito in marmo, su cui troneggia un autorevole ritratto ad olio, gli dichiara un amore, che il ragazzo ricusa, eclissandosi con enorme imbarazzo.
La rabbia di Rossella esplode con il ruvido lancio di una preziosa statuetta in porcellana, che per poco non ferisce Rhett che riposa non visto, sul soffice divano dalla spalliera ricurva, che guarda al camino. Affascinante e sornione, a quel punto fa palesare con un’esclamazione la sua presenza.
Le Dodici querce racconta una vita irripetibile, grazie alla penna della Mitchell, che ha reso parlanti quelle pareti.
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