In occasione della recente vittoria del Compasso d’Oro alla Carriera al Prodotto della poltrona D.154.2 di Gio Ponti, M Magazine invita a scoprire la storia di Villa Planchart a Caracas, Venezuela.
Il progetto di Gio Ponti
La residenza privata è stata commissionata a metà degli anni ’50. Dai collezionisti d’arte Anala e Armando Planchart. E progettata da Ponti stesso in ogni dettaglio, dagli arredi agli interni.
Una casa iconica
Villa Planchart è una di quelle case iconiche del XX secolo costruite come manifestazioni perfette e onnicomprensive delle idee artistiche del loro tempo.
Come altri architetti del tempo, Gio Ponti concepiva il processo creativo come un’idea complessa, volta alla progettazione di un ambiente totale.
Il lavoro milanese di Ponti ha attirato costantemente l’attenzione generando commissioni da tutto il mondo a partire dagli anni ’50 e ’60. Il suo studio (Ponti Fornaroli Rosselli) seguì progetti in Italia, Venezuela, Iran, Hong Kong, Pakistan, Paesi Bassi e USA e Ponti divenne una figura veramente internazionale.
Gli interni
L’interno è la parte più preziosa e complessa della casa, e questo viene suggerito già dalle iniziali di Anala e Armando dipinte appena sopra l’ingresso. L’elegante tipografia si combina con simboli colorati del sole, della luna, delle foglie, degli uccelli e dei fiori.
Che conducono il nostro sguardo a una scultura sospesa di Alexander Calder completamente nera. In contrasto con lo sfondo colorato dell’interno della villa. I simboli del sole e della luna appaiono in molti altri luoghi della casa. Con Ponti che li usa per esprimere, tra le altre cose, il forte legame tra i proprietari.
Il soggiorno, uno spazio teatrale di colori e texture
Nel soggiorno della villa, l’architetto ha creato uno spazio teatrale ricco di colori e texture, collegato all’atrio centrale. È una sorta di soggiorno all’aperto, dominato da un mosaico in ceramica realizzato dallo scultore Fausto Melotti, frequente collaboratore di Ponti.
Grandi blocchi in marmo italiano di diversi colori rivestono il pavimento che diventa cornice per gli elementi di arredo come un tavolo da pranzo, per esempio, oppure una fioriera con un piccolo giardino tropicale, creato dal noto architetto paesaggista brasiliano Roberto Burle Marx.