L’EDITORIALE DEL LUNEDI’

IL PREZZO DI VENDITA DI UN IMMOBILE. VALORE AFFETTIVO O VALORE REALE?

Qualche giorno fa, curiosando nel web, mi sono soffermato sulle proposte allettanti dei vari competitor in merito alla valutazione di un immobile. Nella maggior parte dei casi, la formula magica per dare un prezzo ad ogni casa è risultata essere una “procedura messa in atto da un professionista abilitato a farlo”. Peccato, però, che quando il professionista titolato applica correttamente la procedura di cui si parla e stabilisce il valore di mercato di un immobile, nella maggior parte dei casi il cliente scappa e non gli assegna l’incarico. Quasi sempre, infatti, il prezzo di vendita stimato in base ai parametri oggettivi che un bravo agente immobiliare sa calcolare, è al di sotto delle aspettative di chi vuole vendere. La conclusione: il cliente si arrabbia, o addirittura si offende, e si rivolge a un altro agente più spregiudicato e, passatemi il termine, scorretto.

Non è la prima volta che mi trovo a sottolineare il peso della componente emotiva affettiva in una compravendita e, anche in questo caso, per un agente immobiliare sarebbe impossibile svolgere la sua attività, se non ne tenesse conto. Quindi, al professionista non resta che svolgere la sua brava analisi comparativa dei prezzi di mercato; considerare le condizioni intrinseche ed estrinseche dell’immobile; ponderare i valori delle compravendite avvenute negli ultimi sei mesi; controllare i valori di riferimento contenuti nelle tabelle statistiche realizzate ad hoc. 

Poi, terminato il calcolo, in modo del tutto consapevole, l’agente deve falsarne dolcemente il risultato, sopravvalutando l’immobile, altrimenti già sa che perderà l’incarico. Il tutto sperando che, nel tempo della vendita, riesca a ragionare col proprietario e a riposizionare la casa sul mercato con un prezzo più corretto.

Le conseguenze? Che le case si vendono quasi sempre al prezzo proposto dall’agente fin dall’inizio … ma in un tempo più lungo! 

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