Alcuni lo conoscono come parquet chevron e altri, più semplicemente, come spina ungherese. Entrambe le parti, però, concordano nel salutarlo come un parquet di grande eleganza, una delle pose più raffinate che si possano andare a selezionare dal catalogo di realizzatori di pavimenti in legno come Berti. Il motivo dell’entusiasmo dietro al parquet a spina ungherese è riassumibile in pochi punti-chiave:
- Adattabilità: questo tipo di soluzione si sposa bene con qualsiasi colore ed essenza legno e, di conseguenza, con un ampio ventaglio di progetti;
- Ecosostenibilità: la raffinatezza del pavimento non va ad incidere maggiormente degli altri tipi di parquet sull’ambiente. Come per gli altri pavimenti in legno Berti, anche per quello a spina ungherese viene utilizzata una finitura protettiva a basso impatto ambientale.
- Calore: il delicato effetto zigzagato della posa, unito alla magia del legno che continua negli anni ad esercitare il suo intramontabile fascino, offrono un contributo di grande rilevanza nel rendere accogliente l’ambiente in cui si vanno ad inserire.

Un esempio concreto: il parquet chevron di Berti a Casa Angiolina
Questa la teoria. Ma nulla come un’evidenza e la forza delle immagini può veicolare la veridicità di quanto espresso finora. Ecco allora le foto (in copertina e in alto) di Casa Angiolina, progetto dello studio napoletano FADD Architects che ha scelto per i pavimenti dell’abitazione un parquet rovere prefinito Neutro. Mentre da un punto di vista pratico questa soluzione ha il vantaggio di essere immediatamente calpestabile, dal lato estetico la sua calda tonalità miele va a creare dei contrasti capaci di mettere al centro con sobrietà e delicatezza gli eleganti decori dell’ambiente circostante.