Quiet quitting a lavoro: cos’è e come prevenirlo

Metodo fai-da-te contro il burnout, il quiet quitting è un fenomeno da conoscere per tutelare davvero tanto i dipendenti quanto le aziende in cui operano.

Great resignation e quiet quitting: due espressioni che descrivono altrettanti modi in cui sempre più dipendenti, per equilibrare il rapporto tra vita personale e lavoro, prendono le distanze da un ambiente di lavoro insoddisfacente. Mentre il primo, in italiano “dimissioni di massa”, è più noto e afferente soprattutto a Millennial e Gen Z, il fenomeno del quiet quitting, sorto in prima battuta negli USA, sta diventando un tema di attualità anche in Europa.
Scopriamo meglio di cosa si tratti e cosa possono fare le aziende per prevenirlo.

Che cos’è il quiet quitting

In controtendenza alla stacanovista cultura della fretta che dal XX secolo sembra solo essere aumentata esponenzialmente, il quiet quitting, che potremmo tradurre “abbandono silenzioso”, racchiude in sé una serie di piccole scelte quotidiane che i dipendenti di più fasce di età e seniority fanno per autotutelarsi: evitare responsabilità extra, straordinari e abbracciare la filosofia della massima resa, minima spesa. All’atto pratico, questo sistema immunitario fai-da-te anti burnout spesso si traduce per il dipendente e il contesto nel quale opera in un calo di creatività, propositività e buonumore in favore della passività.
Come fare per venire incontro tanto alle esigenze dei lavoratori quanto al bisogno di ciascuna azienda di muoversi con e grazie a persone attive e motivate?

Ufficio ergonomico contro il quiet quitting.

Uffici ergonomici e non solo: il welfare aziendale contro l’abbandono silenzioso

La risposta è all’apparenza semplice, ma le sue applicazioni sono molteplici e vanno ad abbracciare una miriade di aspetti della vita lavorativa: il welfare aziendale. Se è vero che il benessere sul posto di lavoro passa anche attraverso – solo per guardare la punta dell’iceberg – orari, uso delle parole, trasparenza, flessibilità, ascolto attivo, è altresì importante ripartire dalla qualità degli spazi in cui le persone trascorrono gran parte della loro settimana. Per questo aziende come Linak si impegnano a realizzare soluzioni specifiche per i luoghi di lavoro: un esempio di questo, le scrivanie sit-stand (foto in alto) della sua divisione Deskline, pensate per favorire la postura e la circolazione sanguigna e prevenire disturbi come la cervicale.

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