La Sicilia, terra di cultura e di bellezza. Chi ci nasce la vive come orgoglio e come inclinazione che condiziona tutte le scelte della vita, anche se ti trasferisci a vivere in una grande città del Nord (e io ne so qualcosa). Oggi vorrei farvi conoscere Luigi Sutera, personaggio eclettico e artista a tutto tondo, che a Milano ha trovato il giusto equilibrio tra fantasia e rigore.
Luigi, tu oggi vivi a Milano ma, come me, sei siciliano d’origine. Da che città della Sicilia arrivi e qual è stata la tua esperienza da siciliano “trapiantato”?
Sono nato e cresciuto a Sciacca, in provincia di Agrigento. A sei anni, insieme a mio papà visitai la città che poi sarebbe diventata la “mia città”. Abito a Milano stabilmente dal 1988, a periodi alterni dal 1984 anno in cui partecipai, come cantautore, al Festival di Sanremo. Posso dire, anzi, che è stata proprio la musica a incoraggiarmi e a sostenere il mio desiderio di vivere in questa bellissima città. Da quando mi ci sono trasferito, non ho più desiderato vivere altrove. Il suo rigore si intona ai miei aspetti più intimi, mentre la fantasia e il mio lato caratteriale più “colorato”… quelli fanno orgogliosamente parte del mio DNA! Rigore e fantasia: il mix che più mi rappresenta.
Che cosa rappresenta per te oggi Falegnameria12?
Falegnameria12 è l’estensione di me. Nel corso degli anni ho abitato in varie case ma nessuna mi ha mai somigliato così tanto. Quando tre anni fa mi misi alla ricerca di un laboratorio dove vivere, non mi aspettato di poter entrare in una simile sinergia con un luogo. Ho amato questo spazio fin dal primo istante in cui l’ho visto: era ancora una falegnameria con tutti gli attrezzi e le macchine che tale la rendevano. Ho capito da subito che sarebbe diventata ME. Adesso, dopo tre anni di lunga e faticosa ristrutturazione oltre che di meticoloso adattamento alle norme, questo sogno è diventato realtà. Ho mantenuto com’era tutto quello che mi è stato permesso di mantenere: i pavimenti di graniglia, le tinteggiature alle pareti con lo zoccolo alto in tinta più scura e il piccolo zoccolino marrone a completare le pareti. In bella vista adesso ci sono trapani a colonna, seghe, cacciaviti…
In pratica ho conservato quegli elementi che mixati ai miei mobili del cuore ( il mio pianoforte, un divano Madison di Poltrona Frau, dei vecchi mobili siciliani della mia famiglia e vari mobili recuperati e riadattati a nuova vita) fanno da ponte tra il passato e il presente che oggi è Falegnameria12.
Personalità eclettica, artista a tutto tondo. In quale professione ti ritrovi maggiormente?
Credo che il denominatore comune di tutto quel che ho fatto e che faccio sia la bellezza, il senso estetico.Nasco Musicista (c’è qualcosa di più bello della musica?). A quattro anni suonavo con le matite sulle bottiglie e a nove già scrivevo canzoni. Adesso la mia professione è legata all’estetica: sono consulente di immagine e makeupartist. Mi piace sottolineare che nel mio mestiere scelgo di valorizzare chi seguo, dando più importanza al suo aspetto interiore piuttosto che alle tendenze della moda. La mia attitudine per le cose belle mi ha fatto scoprire, per pura casualità, la mia predisposizione per le fotografie.
Da qualche anno, grazie ad Instagram, mi hanno scoperto (e chiesto di far foto per loro) giganti come La Triennale di Milano, Fornasetti, Land Rover e tanti altri. Ho avuto il privilegio di incontrare e di fotografare Arnaldo Pomodoro e di ascoltarlo mentre mi raccontava alcuni fantastici momenti della sua vita.
Parlami della tua arte con gli specchi…
“Io faccio le foto con il telefono!” Questo spesso spiazza Musei e brand famosi che mi contattano per dei lavori. Il risultato per fortuna poi, quasi sempre, dirada lo scetticismo.
Ho trovato uno stile personale, un modo di vedere ciò che fotografo a modo mio: uso uno specchio. Lo specchio permette di vedere nella stessa foto quello che l’occhio, se non ci fosse lo specchio appunto, non coglierebbe. L’idea nacque per caso, insieme a Matteo Piróvano di cui in tantissimi scatti si vedono le mani che reggono lo specchio, nel 2017.
Non lo avrei mai pensato, ma oggi è diventato il mio “marchio”.
La casa come luogo di lavoro e fonte di ispirazione. Che ne pensi?
La casa come “mondo”: non è un caso che nella foto profilo su Ig di @falegnameria12 ci sia metà mondo vero e metà mondo nello specchio! La casa come MIO mondo: lavoro e vita, creazione e relax. Qui tutto si unisce, si fonde. C’è il rigore di Milano e la fantasia di Sciacca. Falegnameria12 è il cerchio che si chiude.Falegnameria12 sono io!
NoLo, quartiere periferico ma sempre più trendy. Hai anche fiuto immobiliare?
Rispondo a questa domanda con una frase che mi disse mio padre e che, probabilmente inconsciamente, mi ha influenzato: “Quando compri una casa, ricorda sempre che potresti decidere di rivenderla. Quindi cerca un immobile con delle caratteristiche accattivanti che possano attrarre un futuro compratore!” … Fiuto immobiliare?