È possibile promuovere l’arte e coltivare nuovi talenti come in una moderna “bottega rinascimentale”? La risposta di Nik Spatari e Hiske Maas è un sì deciso: così è nato il Mu.Sa.Ba., parco museo collocato nell’affascinante cornice dell’ex monastero di Santa Barbara, in Calabria. Partendo da tali premesse, entriamo nelle suggestive atmosfere di questo luogo dalle forme e i colori audaci e dai volumi sorprendenti, paragonabile ad una sorta di Paese delle Meraviglie nella Locride, alla scoperta della sua vivace offerta culturale e formativa e delle sue numerose opere frutto di molteplici creatività.
Nik Spatari; un sogno in fieri all’ultima frontiera. È un exploit moderno anche nell’uso del rudere che gli fa da spalle. Si innesta nel paesaggio con antimimetico furore, il senso del futuro coincide con la coscienza ancestrale quasi misterioso, sembra però noto all’anima, come ogni creatura organica. Grande libertà figurale, ma completo controllo strutturale. È uno dei casi ‘rarissimi’ in cui un outsider versa nella terra il sale dell’architettura.
Bruno Zevi
Non solo museo: il Mu.Sa.Ba. come laboratorio d’arte e tutela del paesaggio
Con queste entusiastiche parole di ammirazione l’architetto Bruno Zevi sintetizza efficacemente la grandezza del progetto camaleontico alla base di Mu.Sa.Ba., il quale, grazie al lavoro costante di Spatari, degli studenti locali e di moltissimi collaboratori internazionali – da citare, tra tutti, Jin Jong Chen, Karl Heinz, Pietro Gentili –, ha assunto sempre più i connotati di un laboratorio artistico oltre che di museo a cielo aperto. Con le sue attività artistiche di ogni tipo, dai laboratori di mosaico ai concorsi, il Mu.Sa.Ba. va a creare un ambiente stimolante per gli artisti di tutte le età e al tempo stesso una piacevole passeggiata nel verde per il visitatore, che si ritrova proiettato all’improvviso in una nuova dimensione in cui l’astrazione simbolica degli elementi architettonici, plasmati alla stregua di sculture, è in costante dialogo con il paesaggio e la “nostra” realtà.
Due mondi a confronto
Abbiamo detto che le opere che si possono incontrare in questo luogo, unico in tutta la regione, sono in comunicazione con il paesaggio circostante, dalla Rosa dei Venti all’aguzzo profilo del Camaleonte ai tasselli che compongono la Foresteria. Ma questa affermazione trova validità anche guardando in un’altra ottica molte delle opere più celebri del parco museo, come il monumentale Sogno di Giacobbe, conosciuto anche come la Cappella Sistina della Calabria: osservando questa impressionante successione di figure ritagliate su leggeri fogli di legno, secondo una tecnica inventata dallo stesso Nik Spatari, riusciamo a riconoscere anche un altro tipo di dialogo, quello dell’arte ribelle e innovativa con la religiosità del monastero che la ospita.