Palazzo Monelli a Ragusa

Il fascino di Palazzo Monelli a Ragusa, nel centro storico barocco del capoluogo siciliano. Un luogo di storia, cultura e tradizioni

Lisa Majorana Cultrera di Montesano è la proprietaria di Palazzo Monelli a Ragusa, nel centro storico della città. Sempre abitato dalla stessa famiglia, a partire dalla seconda metà del 1500. Il primo luogo che si incontra è la chiesa privata

La chiesa privata

Di origine cinquecentesca, è intitolata alla Santissima Trinità, aperta agli abitanti della città. Fino alla fine degli anni Sessanta veniva celebrata messa. Viene aperta in occasione delle feste patronali. Il coro che sovrasta l’ambiente era dedicato ai membri della famiglia.

Una porta invece collegava direttamente il coro alla camera da letto e una stanza intermedia comunicante. Si nota curiosamente un foro posto sopra l’altare. Serviva per controllare il passaggio dei fedeli dentro la chiesa.

Le fondamenta

Le fondamenta della chiesa e del palazzo poggiano proprio sulla roccia. C’è una pavimentazione antecedente, del 1500. Una chiesa solidissima che ha resistito al terribile terremoto del 1693.

La biblioteca

È un luogo molto importante della residenza. Ci sono libri antichissimi di diritto e gli atti parlamentari. Angelo Majorana, ministro del Tesoro e della Finanze dell’età giolittiana.

Il salotto femminile

Un salotto dedicato alle donne. Un luogo tranquillo e sereno dove poter ricamare e dove potersi lasciare andare alle confidenze. È una stanza di origine settecentesca. Colpita dal terribile terremoto, lo si percepisce dal pavimento decisamente inclinato.

La sala da ballo

La restaurazione del salone delle feste avvenne nel 1900, in occasione del matrimonio tra Marianna Sortino e Giuseppe Monelli. Il pavimento presenta una moquette che andò a sostituire un tappeto da ballo. Sotto il pavimento originale, un capolavoro di intarsio di pietra bianca di Ragusa.

Sulle pareti e il soffitto, il grifone (tra decori, stucchi e bassorilievi) è un elemento ricorrente. È il simbolo ibleo per eccellenza, a dimostrare il grande legame della famiglia con la città.

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