Napoli è una città che racchiude un’incredibile stratificazione culturale, dove l’arte si fonde con la vita quotidiana in modo unico. Negli ultimi anni, questo connubio è stato reso ancora più evidente dalle sue stazioni della metropolitana, un vero e proprio museo a cielo aperto — o meglio, sotterraneo.
Le nuove fermate della Linea 6, recentemente inaugurate, continuano questo dialogo tra arte e infrastruttura, aggiungendo un ulteriore alone di fascino alla città.
Chiaia, San Pasquale e Arco Mirelli
Se le prime stazioni della Linea 1 hanno stabilito un precedente con la loro integrazione di opere d’arte contemporanea, le nuove fermate della Linea 6 — Chiaia, San Pasquale e Arco Mirelli — onorano questa virtuosa tradizione cercando nella relazione tra antico e contemporaneo il comun denominatore che ne caratterizza l’istinto progettuale.
Chiaia, di Umberto Siola con il tocco di Greenaway
La stazione di Chiaia si presenta come una vera e propria discesa nel cuore mitologico di Napoli. Progettata dall’architetto Umberto Siola, la stazione è un omaggio sia all’architettura antica che alla modernità. Con il suo design ispirato alle antiche terme di Mercurio a Baia, Siola ha creato una “lanterna urbana” che proietta giochi di luce all’interno della stazione, creando un’atmosfera unica.
Ma ciò che rende la stazione di Chiaia veramente speciale è l’intervento artistico di Peter Greenaway, celebre regista e artista visivo. La sua installazione si sviluppa lungo i vari livelli della stazione, evocando divinità mitologiche in una coreografia di colori ispirati ai dipinti murali di Pompei ed Ercolano.
San Pasquale di Boris Podrecca
La stazione di San Pasquale, progettata dall’architetto Boris Podrecca, offre una narrazione più poetica, legata all’elemento dell’acqua. Situata in una zona che un tempo era a ridosso del mare, Podrecca ha voluto ricreare un ambiente che evocasse la sensazione di immergersi nelle profondità marine.
Il cuore di questa visione è rappresentato da una scultura metallica a forma di relitto, che galleggia sospesa all’interno della stazione, evocando un’atmosfera abissale e misteriosa.
Arco Mirelli di Hans Kollhoff
Infine, la stazione di Arco Mirelli rappresenta la continuità della transizione dal classico al contemporaneo. Hans Kollhoff, l’architetto dietro questo progetto, ha optato per un’estetica che richiama i padiglioni degli Expo del passato. Con la sua campana di vetro e acciaio, la stazione offre un accesso quasi monumentale, che si apre su una struttura interna rivestita in travertino romano.